RaccontACI#21 1 maggio 2023: il lavoro e i suoi cambiamenti

1 maggio 2023: il lavoro e i suoi cambiamenti

1 maggio 2023: a RaccontACI parliamo dei cambiamenti causati dalla pandemia nel mondo del lavoro

In occasione della festa dei lavoratori dell’1 maggio, la rubrica RaccontACI propone una riflessione, curata da Chiara Santomiero, sui cambiamenti prodotti dalla pandemia di Coronavirus nel mondo del lavoro: ne parla la prof.ssa Emilia Palladino, che insegna dottrina sociale della Chiesa nella Facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università Gregoriana.

“Il mondo del lavoro ha attraversato profondi cambiamenti causati dalla recente pandemia Covid 19- inizia la prof.ssa Emilia Palladino -Tutti noi, con l’esperienza pandemica, abbiamo vissuto lo spostamento del lavoro dall’ufficio alla casa con lo smart working. In realtà si è trattato di un home working perchè abbiamo lavorato da casa usando dei mezzi tecnologici che, precedentemente, usavamo per lo più per lo svago. Questo è un cambiamento enorme all’interno delle famiglie, ma anche per le leadership dirigenziali che hanno dovuto confrontarsi con il significato dell’improvvisa gestione da remoto dei dipendenti”.

“Non disporre più dei lavoratori in presenza vuol dire innanzitutto un cambiamento organizzativo e culturale- prosegue -Vuol dire avere a che fare con una nuova distribuzione del tempo e sviluppare una cultura diversa che riguarda la costruzione di un rapporto di fiducia tra dipendenti e datori di lavoro”.

“Il cambiamento pandemico nel mondo del lavoro ha anche permesso di sviluppare un migliore equilibrio tra vita e lavoro con un conseguente beneficio sulla qualità della vita- dichiara la professoressa Palladino -Questa flessibilità, tuttavia, pur se letta come positiva, è stata vissuta male perchè la conciliazione del lavoro con la famiglia va pensata e organizzata, non improvvisata”.

“I problemi pre pandemici del mondo del lavoro non sono stati superati, come ad esempio il lavoro che non c’è, o che non è dignitoso, o che non ha adeguate forme di retribuzione- conclude -La pandemia ha peggiorato questi aspetti: molti infatti hanno perso il lavoro, molte aziende si sono trovate in difficoltà. Il problema va gestito e affrontato a livello legislativo e non è di rapida soluzione. Nella Chiesa, recentemente, il dibattito a livello sociale e politico sulle prospettive da intraprendere si è sviluppato con Giovanni Paolo II nella Laborem Exercens che, per la prima volta, stabilisce la forte dignità del lavoro e il fatto che il lavoratore è degno proprio perché lavora: questa è una visione nuova, lontana dalla Genesi dove il lavoro è inteso come una condanna. Il lavoro è una possibilità di recupero della propria dignità. Tuttavia, in seguito, non ci sono stati altri documenti del magistero che affrontano direttamente il tema del lavoro: se ne parla a margine nella Laudato sì e nella Fratelli tutti come espressione umana caratterizzante, ma senza approfondire ulteriormente”.